An Art Area Research

Mi viene chiesto un parere sull’opportunità di favorire interscambi di attività creative nell’ambito della produzione dell’immaginario, proposto da vari artisti italiani, da sottoporre alla fruizione di un attento pubblico e non posso che lodare l’iniziativa.
Amplifica infatti gli orizzonti della comunicazione estetica, mentre offre alla fruizione e alla committenza più vaste scelte di gusto e di mercato.
Si tratta senza dubbio di una iniziativa che risponde alla progettuale consapevolezza di favorire nuovi incontri, senza preconcetti di sorta, nel nostro tempo dell’incertezza, in un mondo complesso e impredicibile che sconta con inaudita violenza gli assalti dell’ignoranza, del fanatismo, della superstizione, dove più imperversano, cioè dovunque si estendano le rapacissime radici dello strapotere e della prepotenza che si giustifica col predominio dei mezzi di comunicazione.
Non guasta pertanto ogni libera proposta d’arte che valga almeno a rendere noti e presenti l’esserci nel panorama delle ricerche visive e l’appartenenza a buon diritto alla sterminata schiera dei produttori dell’immaginario, dei quali molti possono competere con i pochi chiamati e i pochissimi eletti.
Basterebbe solo questa considerazione a conferire senso e valore etico alla promozione di pensieri senza remore, sentimenti profondi, ragioni della ragione, segni e colori sempre liberamente creativi all’interno di una immensa tradizione o addirittura fuori dai parametri tautologici che imbrigliano i nomadi in transito nelle nostre società ormai globalizzate, o per meglio dire nel suo aborto prematuro.
Il buonsenso ci invita a proporre dialogo dove barriere aggressive rifiutano a priori ogni argomentazione. Ai detentori di verità assolute è importante opporre le verità relative dei singoli che sanno dire, attraverso il loro immaginario, la forte consistenza di viaggiatori dalla memoria all’utopia, alla speranza di uomini umani, per i quali producono stimoli fondativi e ai quali prestano il volto della loro arte nella certezza dei valori e degli argomenti umani.
Occorre proporsi con la dialettica del confronto, legittimando il diritto al riconoscimento dei contributi, tanto più validi quanto più segnati dalla presenza delle differenze che sprezzano le catene delle mode imitative.
È proprio dalla concretezza degli apporti moltiplicati che possono esplicitarsi quel nuovo e quel buono dai quali si attendono i lumi per il tempo della continuità.