Le Impronte dell’anima
di Angelo Benito ZagaroliLe impronte dell’anima di Angelo Zagaroli sono testimonianze mai perdute alla memoria e quindi sacre alla speranza. Ricordare altro non è che dare argomenti al cuore, rem cordi dare, giustificare, nel senso della sacralità, il sentire, la confessione, la partecipazione commossa, la lode amicale che si fa misura d’immensità: ci sono argomenti umani di consistenza così perfetta da esistere, esserci tangibilmente e intanto sfuggire alle misure convenzionali. La misura è testimoniata dalla stessa vita dedicata al bene che gli uomini fanno. Le impronte dell’anima sono eloquenti per i giusti eredi. Nell’ora dei lupi, nell’insensatezza dilagante, nella massificazione assuefatta all’incertezza, è giusto che un poeta proponga la sua opera di persuasione.
La chiarezza e il buon sapore della parola asciutta, immediatamente pregnante, rievocativa alla giusta distanza, cioè all’evidenza, collocano i temi di questa silloge nell’ambito di quella poesia realistica che lievita per farsi nutrimento vitale. Le ragioni del vedere-sapere che alimentano la poetica del quotidiano, palesano, nel vissuto sul campo, l’impegnata scelta di quell’attraversamento etico che apprende le meraviglie della vita e mai ne perde il senso negli incidenti di percorso: anche quelli più duri valgono a metterci in relazione con l’invisibile. Ritrovo nei versi di Zagaroli quelle risorse umane del dolore che la poesia di Luzi trasfigura, proponendole alla contemplazione, quella pensosità tensiva che onora il sangue dell’esistenza, quella costante nell’uomo a immagine e somiglianza che alla vita,Valore unico, insostituibile, irrinunciabile fa convergere tutte le altre fonti da cui quella trae senso e nutrimento. Le chiamiamo valori, perché confluiscono nel Valore e ne consacrano il mistero. La poesia lo investiga nei labirinti di Psiche e nei meandri della cronaca e della storia. Apprende così l’infinito nel volo di una farfalla, l’amore in un immenso abbaglio, la speranza che si commisura all’etica dell’attraversamento, dall’ingresso nel mondo e lungo le stagioni dell’esistenza metamorfica fino all’esito della forma, che transita nell’orma prima di appartenere all’eternità.